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IL COLPEVOLE E' SEMPRE IL MAGGIORDOMO?

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E siamo qua a riflettere su una nuova, infame, strage in Turchia; questa volta ai danni dei partecipanti alla Marcia della Pace, i quali manifestavano contro la repressione manu militari, con tanto di vittime civili, del PKK attuata da Erdogan.
Molti già attribuiscono la regia di questo infame attacco direttamente ad Erdogan, facendo il paragone con l'Italia delle stragi: al potere democristiano (anzi, al potere USA amministrato dalla DC) faceva comodo creare un clima da guerra civile fortissimo, accreditare l'ipotesi degli opposti estremismi e immettere paura sociale per garantirsi come partito di ordine, inserire leggi repressive e colpire indiscriminatamente la sinistra antagonista.
Mutatis mutandis (il PKK al posto delle organizzazioni della sinistra italiana e l'IS al posto dei fascisti), l'analogia parrebbe reggere perfettamente.
Sembra però, così a naso, esserci un' incongruenza: mentre negli anni '70 la probabile regia dei servizi e di parte della DC era chiara solo a pochi, oggi in tutta Europa e in molti turchi il primo sospettato è proprio Erdogan, e questo, soprattutto a livello internazionale (che è poi l'unico livello che, in particolare di questi tempi, conta davvero e da cui discendono di fatto i risultati di politica interna) è una carta che gioca a sfavore del presidente turco.
Ora, Erdogan è un nemico dei peggiori, ma è tutt'altro che uno sprovveduto in politica e conosce bene la tesi del cui prodest, e in questo momento a me non sembra che questo fatto giovi molto ad Erdogan stesso, soprattutto in prospettiva futura, al di là degli assetti dello Stato che usciranno.
Peraltro la politica di Erdogan è stata sempre quella di combattere ferocemente le organizzazioni politiche curde, ma aprendo contemporaneamente a concessioni al popolo curdo (ad esempio l'uso delle lettere dell'alfabeto) che mai i precedenti governi laici (violentissimi coi curdi come popolo) avevano attuato: questo fatto, che gli metterà contro la gran parte dei curdi (anche quelli non politicizzati) e tutta la Turchia progressista -aumentando, a rigor di logica, le simpatie elettorali proprio verso quel HDP che gli ha già messo i bastoni  fra le ruote-, cozza enormemente con la sua linea politica e mi pare che questo non sia un ottimo viatico verso la maggioranza assoluta, o meglio, verso un governo di maggioranza assoluta pacificato e stabile, conditio sine qua non per cambiare la Costituzione. Il fatto che ora tenda ad attribuire la responsabilità a qualche 'estremista curdo' dipende ovviamente dal fatto che, ad evento avvenuto, lui fa il suo gioco demonizzando le organizzazioni curde, ma è una tesi a cui, in Turchia e in Europa, nessuno crede tanto è peregrina.
E' molto probabile che ci sia una complicità di parte dei servizi segreti turchi che -qua sì col benestare del 'Sultano' - hanno armato la mano dell'IS o di gruppi affini (anche se è strana l'assenza di rivendicazioni, che tanto piacciono ai cosiddetti jihadisti, ma ancora è presto) e che ora sono sfuggiti di mano; tuttavia non è, a mio modesto parere, da escludere che dietro ci sia la vecchia strategia del conflitto perenne, del Nido di Calabroni, teoria della CIA mai sconfessata, e sempre utilizzata servendosi di elementi locali; e oggi, con l'entrata decisissima della Russia in Siria a fianco di Assad (altro nodo, le contrapposte valutazioni sulla posizione di Assad, che rende complessissimo l'intreccio), è quantomai strategico per gli interessi del Capitale predatorio USA mantenere alto un conflitto che, più continua, più porterà alla balcanizzazione, che, appunto secondo la teoria del Nido di Calabroni, è il modo migliore per agire in modo imperialista su pre esistenti unità politico-economiche ormai disgregate.
E, se i curdi del YPG avevano fatto strumentalmente comodo come alleati allo Zio Sam nel momento della difesa del Rojava, quando gli USA dovevano fingere di combattere l'IS (mentre in realtà avevano interesse a tenere accesi focolai di conflitto), conoscendo il carattere dello Zio Sam sappiamo anche bene con quanta facilità ha pugnalato alle spalle i suoi alleati quando non gli facevano comodo.
Non so, sicuramente sono solo piccoli spunti di riflessione, congetture al limite della fantapolitica che sono pronto a correggere in qualsiasi momento nei commenti saranno dimostrate razionalmente infondate; ma la verità in situazioni del genere spesso non è così intuitiva come può sembrare, e, semmai qualche porzione di verità ci fosse in questa riflessione, l'elemento curioso sarebbe che il vero trait d'union tra le stragi del nostro passato e quelle del presente curdo e turco consisterebbe proprio nello zampino del padrone yankee.

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