
Al di là delle carnevalate di Renzi e dei suoi accoliti, è presto per fare valutazioni politiche su cause e responsabilità dei danni dell'alluvione.
Molti senigalliesi hanno perso le loro case e i loro ricordi, molte attività commerciali sono semidistrutte alla vigilia della stagione, ci sono infrastrutture ormai inagibili.
Eppure non è vero, come in alcuni giornali si legge, che Senigallia è una città in ginocchio: c'è tanto impegno e tanta voglia di andare avanti nonostante la disperazione.
E soprattutto c'è una cosa molto bella che mi ha colpito: la solidarietà che si sta sviluppando in città.
Tra chi conosco, non c'è un abitante di Senigallia che (come me) abbia avuto la fortuna di uscire indenne dal disastro che non si stia attivando per aiutare altri. Non so, forse sono fortunato nelle mie conoscenze, ma è un fenomeno che mi sembra si stia sviluppando ben oltre la cerchia di ristrettissimi numeri e che va implementato.
Perchè se se ne esce, se ne esce tutti insieme; e se ne esce, eccòme se se ne esce.
Noi saremo all'Arvultura dalla prima mattina per finire di mettere a posto lo spazio e per intervenire primariamente a casa dei compagni che hanno avuto i danni maggiori.
Chi ha piacere di dare una mano è benvenuto.