La poesia di oggi non si riferisce direttamente al 25 aprile, ma alla Liberazione di Firenze del 1944.
Riteniamo tuttavia che sia fortemente significativa del clima emotivo e degli ideali di questa giornata e del perchè essia sia per noi ancora così importante.
Nonostante il tempo presente e le incertezze di quello futuro, buon 25 aprile a tutte e tutti!
IL TEATRO DEGLI ARTIGIANELLI
Falce martello e la stella d’Italia
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno su quel muro!
Entra, sorretto dalle grucce, il Prologo.
Saluta al pugno; dice sue parole
perché le donne ridano e i fanciulli
che affollano la povera platea.
Dice, timido ancora, dell’idea
che gli animi affratella; chiude: «E adesso
faccio come i tedeschi: mi ritiro».
Tra un atto e l’altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l’amico
dell’uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
quale lo vide il poeta nel mille
novecentoquarantaquattro, un giorno
di Settembre, che a tratti
rombava ancora il cannone, e Firenze
taceva, assorta nelle sue rovine.
(Umberto Saba)