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L'IMBARAZZANTE SILENZIO

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da http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/01/lorenzo-guadagnucci-l%E2%80%99imbarazzato-e-imbarazzante-silenzio-sul-processo-condor/




di Lorenzo Guadagnucci

Se non sbaglio, solo il Manifesto, fra i quotidiani, segue con assiduità il processo Condor in corso a Roma dal febbraio scorso. Eppure si tratta di una faccenda importante, che riguarda un pezzo di storia importante (anche) del nostro paese e che ha forti implicazioni anche per il nostro presente.
Sono imputate 33 persone, in gran parte generali e altri ufficiali delle dittature latino-americane degli anni Settanta; i rinvii a giudizio sono arrivati grazie alle denunce dei parenti di 42 persone, di origine italiana, sequestrate e uccise in Cile, Bolivia, Perù, Argentina e Uruguay fra il 1973 e il 1980, cioè nel periodo – appunto – del Piano Condor, quel patto fra dittature e forze armate dei vari paesi per perseguitare, rapire, uccidere – a seconda dei casi – i “sovversivi”, cioè gli oppositori dei regimi al potere, superando i confini e collaborando nella caccia a uomini e donne.
E’ stato definito giustamente un processo storico, ma si svolge quasi in clandestinità nell’aula bunker di Rebibbia a Roma. Eppure, è un processo denso di storia, di dolore e di umanità. Arrivano a testimoniare parenti e amici dei 42 rapiti, torturati e uccisi da tutta l’America Latina e spesso è la prima volta che lo fanno davanti a un tribunale. Raccontano di dittature che appartengono al passato – e questa è la scusa per non occuparsene, dal punto di vista dei media “mainstream” – ma anche di complicità vastissime con le quali si fanno malvolentieri i conti (basti pensare al ruolo della P2, alla condotta della nostra diplomazia oppure, su un altro fronte, al coinvolgimento della Chiesa cattolica e dello stesso papa Francesco, all’epoca al vertice dei gesuiti argentini).
Federico Tulli, in un suo prezioso libretto, “Figli rubati. L’Italia, la Chiesa e i desaparecidos” (L’Asino d’oro edizioni), ha messo in  fila alcune storie e dato dignità di nome, cognome e breve biografia alle vittime d’origine italiana delle dittature sudamericane, cittadini dimenticati da tutti, salvo i loro familiari e amici e pochi altri.
Una democrazia, qual è la nostra, dovrebbe invece ricordare quelle persone e indagare sul contesto che rese possibile il Piano Condor e la sparizione di questi nostri concittadini, chiedendo a se stessa se i comportamenti di allora – dei governi, delle sedi diplomatiche, degli stessi media – furono all’altezza della situazione.
Niente del genere sta avvenendo e forse proprio perché l’Italia degli anni Settanta fu tutt’altro che irreprensibile rispetto alle dittature sudamericane (la chiusura dell’ambasciata di Buenos Aires agli italo-argentini che vi cercavano rifugio è stata denunciata a suo tempo da Enrico Calamai) e ci sarebbe quindi da ripercorrere una storia dolorosa.
Oltretutto, occupandosi di Piano Condor, tocca parlare di tortura, un argomento che in Italia è diventato tabù proprio quando è emerso con forza dalle aule dei tribunali con i processi per il G8 di Genova. La clamorosa sentenza della Corte europea dei diritti umani dell’aprile scorso, con la condanna dell’Italia per la sua ignavia di fronte alle torture di polizia alla scuola Diaz, è stata ignorata da governo e parlamento, che sono sotto ricatto – un ricatto accettato con entusiasmo – da parte del “partito della polizia”.
Dunque meglio tacere del processo Condor e meglio ignorare lo stesso appello delle Abuleas di Plaza de Mayo, le nonne di quei bambini che furono sottratti neonati alle loro madri – militanti “sovversive” arrestate – e affidati a famiglie vicine al regime, in modo da crescerli secondo i “valori” clerico-militari delle dittature.
Le Abuelas stimano che 60-70 di quei bambini si trovino attualmente in Italia: se venissero a sapere che all’ambasciata argentina di Roma e al consolato di Milano è possibile sottoporsi a un test del Dna, da confrontare con la banca dati allestita a Buenos Aires, magari potrebbero decidere di provare a  risalire alle proprie origini biologiche.
Ma attorno al processo Condor grava un imbarazzato e imbarazzante silenzio.
PS: alla presentazione del libro di Federico Tulli, alla libreria Ibs di Firenze lo scorso 17 ottobre, hanno partecipato alcune decine di persone, sorprendendo (piacevolmente) autore e organizzatori. QUI IL VIDEO della presentazione
Lorenzo Guadagnucci, da lorenzoguadagnucci.wordpress.com
(1 novembre 2015)

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