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INVESTMENT COMPACT: EXTRATERRITORIALITA' DELLE IMPRESE O MODELLO SINGAPORE

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ell' Investment Compact mi interessa provare ad analizzare fondamentalmente i punti secondo e quarto che, per un blog che nasce occupandosi di lavoro precario, sono ovviamente quelli che più ci interessano, fatto salvo che chi volesse nei commenti può esprimersi anche sugli altri due punti.
A mio avviso l'Investment Compact si comprende meglio solo se inquadrato nel contesto del costituendo TTIP: se il TTIP permetterà di sottoporre, anche formalmente, le leggi dello Stato (e dunque uno dei suoi poteri teoricamente supremi) alla governance delle multinazionali, l'Investment Compact permetterà alle cosiddette Piccole e Medie Imprese (PMI, che si trova nell'articolo, è l'acronimo di questo termine, ma, attenzione, secondo i parametri europei una media impresa arriva a 250 occupati, dunque si parla di altro rispetto al fruttivendolo o all'artigiano che possono essere al massimo microimprese, e dunque per questo motivo uso il termine 'cosiddette') di dettare ogni politica salariale al di fuori di qualsiasi controllo pubblico.Ciò porterà a termine la sostanza dell'economia politica dell'UE, ovvero un'espansione illimitata del privato ai danni del salario e del settore pubblico.
Intanto ci racconteranno che gli investimenti sono tornati e che la crisi occupazionale è superata, e questa rischia di essere la vittoria definitiva del padronato in Europa (ma per fortuna della lotta di classe non esiste solo l'Europa, ALBA docet): il lavoro, e dunque la possibilità di campare, come concessione e ricatto fondato sulla paura di una disoccupazione di massa e senza alcuna forza antagonista capace di difendere innanzitutto il salario, visto che poi è dai salari che dipende la capacità di consumo delle classi medie e subalterne (che sono il fulcro del consumo di massa) e quindi la sopravvivenza delle microimprese, che andranno a fondo insieme ai salariati.
E' forse l'attacco finale della borghesia transazionale e finanziarizzata non solo al lavoro salariato, ma anche ai settori più deboli della stessa classe; l'emblema di ciò che il capitalismo è nella sua sostanza: una continua, feroce e irragionevole corsa alla massimalizzazione dell'estrazione di plusvalore e all'oligopolio.

da http://www.senzasoste.it/internazionale/il-governo-sta-preparando-l-extraterritorialita-delle-imprese-parola-di-padoan
 
Il provvedimento era nell'aria da tempo, per adesso il ministro dell'economia Padoan ne ha definito il nome: Investment Compact. Di cosa si tratta? Del pacchetto di misure studiate dal governo per somigliare quanto più possibile al modello Singapore, vera stella polare di Renzi (e del tipo di capitalismo bancario e londinese che lo appoggia). Significa preparare il terreno, amministrativo e giuridico, perché un'impresa faccia ciò che vuole, quando e quanto vuole nel momento in cui decide di di investire in un paese. Salario e diritti? Una varabile assolutamente dipendente dall'impresa, senza forza contrattuale, come dimostrano i decreti attuativi del Jobs Act. Cosa conterrebbe, una volta approvato, l'Investment Compact?

- defiscalizzazione delle Pmi, da ricavarsi con tagli alla spesa pubblica, e finanziamento del fondo di garanzia per quelle innovative (e qui bisogna capirsi su cosa significa innovazione. Se innovativo significa job killer è un problema...)
- misure di avvicinamento degli intermediari non bancari per le Pmi. In questo modo due risultati: si dà come cotto il sistema bancario, e ogni possibile intermediario pubblico dell'impresa, e si affidano le Pmi, esplicitamente, alla dipendenza dalla finanza globale
- inserimento dei privati nella cultura che, senza investimenti pubblici, non produrrà ricchezza per tutti ma solo per i privati
- ultima misura, forse la più pericolosa, è l'avviamento dell'extraterritorialità delle imprese. Cosa significa? Lo dice lo stesso Padoan al Corriere della Sera: si tratta di: "Misure per l’attrazione degli investimenti dall’estero superando il cosiddetto rischio regolatorio, evitando cioè che un’impresa che si insedi in Italia subisca imprevisti cambi delle regole fiscali e amministrative".

Si capisce benissimo che si tratta di favorire, per un'impresa, quanto più possibile, una sorta di extraterritorialità per cui, in Polonia come in Italia, dovrebbe sempre trovare le stesse regole ammnistrative e fiscali. Mettendo così una pietra tombale a qualsiasi discorso serio di equità fiscale nel paese (equità fiscale è quando le multinazionali pagano, non come avviene oggi).
L'Italia, al momento, pullula di geni dell'attrazione degli investimenti dall'estero. Che avrebbero già risolto la crisi del capitalismo italiano con qualche click e qualche idea brillante. E di fenomeni del back-shoring, il ritorno delle imprese nel paese d'origine, che ora sapranno di cosa si sta parlando a livello governativo: far tornare in Italia le imprese che operano in Romania con le condizioni fiscali romene (e sui salari un'idea ce la possiamo fare).
Siccome l'Italia è anche un paese di illusi, ovvero che credono che in qualche modo le istituzioni salvaguardino comunque l' interesse generale, ecco le parole di Padoan : "prepareremo le misure con le imprese e con gli operatori finanziari". Sindacati ed enti locali totalmente esclusi, quindi. Ed è anche facile capire, visto che la finanza è egemone sull'impresa, il tipo di misure che potrebbero essere prese. È evidente il tentativo del governo Renzi-Padoan (consigliere del Fmi che ha spinto l'Argentina al default e la Grecia nell'abisso) di importare il peggio della globalizzazione economico-finanziaria.
Proteggere le condizioni di vita e i livelli di reddito delle persone diventa una sfida articolata e complessa ma, sempre di più, all'ordine del giorno.

Redazione - 30 dicembre 2014
la fonte
http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_30/pronto-pacchetto-investimenti-finanza-fisco-aiuteranno-crescita-e3e3ddcc-8fea-11e4-a207-f362e6729675.shtml




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